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Provincia - Bologna

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La Provincia di Bologna è stata nella storia un centro di produzione particolarmente rilevante specie per i metalli più preziosi che ancora oggi qui possiamo trovare in molti qualificati laboratori. La sua area culturale d’influenza dipendeva prevalentemente dall’arte orafa romana. Ancora oggi i moderni artigiani dell’arte orafa amano testimoniare la conoscenza di tecniche antiche, infatti sanno riprodurre oggetti di antiche fogge e realizzarle nel più moderno design come gli anelli nel cosiddetto “stile bolognese” che si rifà a gioielli di epoche remote, reinterpretati con spirito e perizia attuali. Motivo d’orgoglio dell’artigianato di Bologna è la sua capacità di dare espressione alla più composita presenza di laboratori del restauro e della conservazione: dai metalli agli affreschi, dal legno alla carta, dai tessuti al vetro. Se l’immenso patrimonio artistico locale potrà essere del tutto tramandato ai posteri, lo si deve in gran parte al paziente lavoro degli artigiani restauratori d’arte. La produzione di ceramica della zona s’ispira alle decorazioni del 700, con soggetti rinascimentali faentini e tra le forme figurano piatti, scritture, vasi, oggetti, acquasantiere e piastrelle. Altra tradizione millenaria è la tecnica della soffiatura del vetro che fin dal Medioevo caratterizzava le allora cattedrali gotiche nelle vetrate artistiche le quali rappresentavano nella loro interezza dei veri e propri mosaici trasparenti. La lavorazione del legno è di grande rilevanza nell’artigianato di Fontanelice con la tecnica dell’intaglio, che gli artigiani eseguono sapientemente, con lo scalpello e sgorbia, un’infinita varietà di forme e di decorazioni. A Imola e Bologna viene lavorato il ferro battuto, mentre a Granarolo ed a Quarto Inferiore viene lavorato il rame. A Villanova di Castenaso la produzione tipica riguarda pezzi in ottone per l'arredamamento. Di antica tradizione è l'arte dei liutai di Cà di Bazzone e di Monterenzio.
Budrio, invece, è nota per la sua produzione dell’ocarina: semplice strumento a fiato in terracotta. E’ stato inventato nel 1853 proprio nella cittadina budriese dal musicista Giuseppe Donati. Donati poi realizzò nel tempo altre cinque ocarine, di grandezze diverse, le quali comprendevano insieme, tra bassi e acuti, un’estensione di note pari a quella del pianoforte. I cinque strumenti passarono ad altrettanti suonatori scelti fra i più appassionati musicanti di Budrio, tra i quali il Donati. Essi formarono il “Concerto delle Ocarine”. Il loro repertorio dapprima non comprendeva che musica da ballo, poi assurse anche alla musica da opera. Il concerto eseguiva nientemeno che il Miserere del Trovatore ed il Preludio della Traviata.



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