Simbolo dell’artigianato, nella regione Marche, sono le calzature, prodotte in particolare a Civitanova Marche e Montegranaro ed esportate in tutto il mondo. A Tolentino la lavorazione della pelle e del cuoio produce accessori per l’abbigliamento e divani. La produzione ceramica tocca tutta la regione, spiccano tra le altre le maioliche di Ascoli Piceno, le ceramiche di Casteldurante e le terrecotte di Fratterosa. La lavorazione della pietra è ancora vivace ad Acquasanta Terme, zona ricca di cave di travertino e ad Acqualagna, dove si lavora la pietra del Furlo. Amandola è il centro della lavorazione del legno e del restauro dei mobili antichi. I metalli vengono lavorati in molti centri delle quattro province, in particolare il rame a Force e il ferro battuto a Treia e Cagli. Gli orafi di Fano sono conosciuti a livello internazionale e anche l’oreficeria di Jesi vanta una lunga tradizione. Castelfidardo è nota nel mondo per la produzione di fisarmoniche e Offida, invece, per i merletti a tombolo. Il centro della carta è Fabriano, dove accanto alla produzione industriale resiste ancora quella completamente artigianale. Montappone è la capitale dei cappelli di paglia.
ENOGASTRONOMIA
La gastronomia nella regione delle Marche, grazie alla conformazione del territorio dominato dai monti e dal Mare Adriatico, è una cucina molto varia che alterna a pietanze dai sapori forti e decisi, tipiche delle zone di montagna, a piatti a base di crostacei, pesce azzurro e frutti di mare, tipici della celebre riviera del Conero. Piatti tipici della cucina regionale sono le lasagne all'ascolana, le classiche tagliatelle al tartufo, rigorosamente bianco e le famose olive all'ascolana, grosse e saporite olive ripiene: simbolo della cucina marchigiana. Ma anche la varietà dei formaggi non manca di stupire: diversi pecorini, la casciotta di Urbino, e soprattutto il mitico e raro formaggio di Fossa, lasciato ad invecchiare in “fosse di tufo”. L'eno-gastronomia qui nelle Marche va innaffiato il tutto con un bianco Verdicchio dei castelli di Jesi ed un rosso Lacrima di Morro d’Alba.
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