Cenni storico - culturali
Cosenza è ricordata come città dei Bruzi. Subì tuttavia l'influenza della Magna Grecia ed in seguito fu coinvolta nelle vicende delle guerre puniche alleandosi con Cartagine. In seguito divenne romana ed acquistò importanza con la costruzione nel sec. II° a.C. della via Popilia che collegava Capua con Reggio Calabria. Secondo una antichissima leggenda, nel 410 d.C. presso Cosenza sarebbe morto Alarico, re dei Visigoti, che i suoi avrebbero seppellito con tutti i tesori depredati durante il sacco di Roma nel letto del Busento, dopo averne deviato le acque. Le dominazioni che si succedettero nell'Italia meridionale dei bizantini, dei normanni, degli svevi e degli Angioini coinvolsero anche Cosenza che però riuscì ad evitare soggezioni feudali. Il declino iniziò proprio con l'avvento del dominio spagnolo. Cosenza conserva scarsissimi resti antichi e altomedioevali; di maggiore consistenza sono quelli di epoche successive, i quali coincidono cronologicamente con il ruolo politico egemone che la città acquisì all'interno della Calabria settentrionale: la Cattedrale, in cui si conserva l’antichissima croce-reliquario del sec. XII: la "Croce Bizantina", e la chiesa di San Francesco sono prevalentemente duecentesche; il Castello Svevo, che dal colle Pancrazio domina i tortuosi quartieri medioevali, risale in gran parte a Federico II. Tra i secc. XV e XVI la zona conobbe un notevole fervore culturale; vi ebbero sede alcune stamperie, vi fu attivo il grande filosofo Bernardino Telesio, vi fu fondata l'Accademia Cosentina che mantenne una notevole importanza anche nel Seicento. Al sec. XVII risale tra l'altro il soffitto ligneo della chiesa di Santa Chiara (oggi sconsacrata). L'ultima delle due grandi guerre che coinvolse tutto il mondo, provocò alla citta dei Bruzi dei gravi ed irreparabili danni.
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