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Nella provincia di Ravenna, l’arte del mosaico si traduce in tutta la sua concretezza nella presenza delle sue numerose botteghe artigianali. In questi laboratori sono caratteristici quelle piccole tessere vetrose che fanno, specie la città di Ravenna, il centro del Mosaico. I mosaici di Ravenna sono in gran parte l’eredità della gloria bizantina di cui la città è stata capitale.
La riproduzione dei mosaici bizantini non è tuttavia la sola caratteristica della produzione ravennate che si avvale altresì della creatività artistica di molti maestri mosaicisti. Le loro opere sono progettate, spesso, per aggiungere significati e bellezza a luoghi cittadini, sia a Ravenna sia in altre città italiane ed estere: fontane, monumenti, decori parietali e pavimentali. Queste opere sono il punto d’incontro tra la tradizione bizantina, nella quale gli artisti sono cresciuti, e il gusto artistico contemporaneo.
Meno conosciuta al pubblico di massa, è un’altra arte “a mano”: il ricamo bizantino (od ornamento bizantino). In pratica si tratta di ricami ispirati dalla tradizione decorativa bizantina, ovvero dai soggetti degli antichi mosaici ravennati del V e VI secolo, che riproduce su stoffa i disegni mosaici, i decori dei capitelli e i basso rilievi delle Basiliche.
Fra i prodotti dell’artigianato locale grande importanza riveste la ceramica di Faenza. La ceramica artistica e tradizionale di Faenza è prodotta in circa 60 botteghe che si sono riunite nell’Ente Ceramica Faenza. Ogni bottega dell’Ente espone all’ingresso una targa in cui sono raffigurate due mani intrecciate nel segno di saluto.
La lavorazione del legno riserva la sorpresa delle grandi dimensioni quali sono le produzioni di barche e natanti, a quelle delle piccole dimensioni ad esempio i violini costruiti dal liutaio. Entrambi “ fatte a mano” come le più piccole manifatture. Dai grandi cantieri navali si passa al piccolo laboratorio dei restauratori del legno, e del mobile d’epoca, dove ridanno luce e vita agli arredi antichi.
Ci sono diverse botteghe artigiane che continuano la tradizione, tipicamente romagnola, della tela stampata. Tele di cotone robusto o lino diventano piccoli capolavori una volta decorati, con stampi particolari, in vari colori. Inconfondibile è il classico color ruggine ricavato da una pasta a base d’ossido di ferro. I tessuti stampati erano già noti ad Egiziani e Greci e conobbe una gran diffusione in Europa tra il XIV e il XVIII secolo. Al ’700 risale l’inizio dell’arte in Romagna, collegata alla cultura contadina e, in primo luogo, all’uso di ricoprire i buoi con drappi recanti l’immagine stampata di Sant’Antonio Abate in occasione delle feste e anche per proteggerli dal freddo invernale.
Ancora oggi il ferro è forgiato a mano, come nelle vecchie officine. Si producono arredi e complementi di arredo da interno e da esterno come: letti, ringhiere, lampadari, candelabri, cancellate, specchiere.
L’artigianato è valorizzato inoltre da numerosi mercatini, fra i quali ricordiamo la Mostra Mercato dell’antiquariato e artigianato e Fatto ad Arte a Ravenna, il Mercatino degli artisti faentini di Faenza, il Mercato dell’antiquariato, dell’artigianato artistico e del collezionismo di Cervia, il Mercatino dell’antiquariato di Lugo.
ENOGASTRONOMIA
La zona del ravennate vanta una tradizione gastronomica d’origine contadina, dai gusti semplici. Sono ovunque rinomati l'olio extravergine di Brisighella, i formaggi freschi e stagionati di latte vaccino e ovino (squaquerone, casatella, raviggiolo, ricotta, pecorino, formaggio di fossa), i salumi della razza autoctona "mora romagnola", lo scalogno “di Romagna” ed il sale di Cervia.
Il prodotto tipico simbolo è la piadina che rappresenta la tradizione gastronomica più antica e radicata in Romagna. La piadina è un pane azzimo, un tempo sostituto del pane quando le scorte di questo erano esaurite, oggi cibo tipico gustato con salumi e formaggi freschi. La terra romagnola, inoltre, offre tartufi, funghi, castagne e frutti di bosco; altre specialità sono il cinghiale, la polenta. Generosi sono i vini DOC dei colli di Faenza quali il Sangiovese, il Trebbiano, il Pagadébit, il bianco Albana ed un vino d’antica tradizione: la Cagnina, un rosso presente nel territorio dall’epoca dei bizantini.
Per finire in bellezza bisogna gustare i dolci dal sapore genuino come il Castagnaccio, le Castagnole, tipico dolce di Carnevale, Ravioli ripieni di castagne, la Zuppa Inglese ed il Dolce di San Michele, legato alla Fiera di S. Michele di Bagnacavallo.



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